domenica 28 giugno 2015

GUIDA PER L'AUTORE BASTARDO cap. 3


7) TACETE LE VOSTRE FONTI DI ISPIRAZIONE

Occorre prestare particolare attenzione alle domande sulle fonti di ispirazione, soprattutto per gli sceneggiatori. In un mondo in cui le televisioni trasmettono ventiquattro ore su ventiquattro, e film e serie tivù hanno acquisito l’immortalità grazie al supporto magnetico e digitale, la fiction è diventata pane quotidiano dei vostri lettori. E il vostro lavoro, di conseguenza, è molto più difficile rispetto a quello dei vostri colleghi di trent’anni fa; soprattutto se scrivete fumetti seriali. Avete un bell’affannarvi a spiegare che tutto è stato già scritto, che da Shakespeare in poi tutte le trame non possono che ripetersi. Nessun lettore vi crederà mai. Un tempo bastava ammettere candidamente di ispirarsi a trame di film, romanzi, racconti, etc., invitando i lettori a coglierne la citazione. Ora non più. Quindi, non fatelo. Cioè, non ammettetelo. Continuate a fare esattamente quello che facevate prima, avendo l’accortezza di non ispirarvi a film o romanzi molto famosi, e abbiate il buonsenso di tenere la cosa per voi.

NOTA: Quanto sopra, chiaramente, non vale per i disegnatori. Nessuno troverà niente da ridire se copiate tale e quale un’illustrazione di Arthur Rackam. E del resto, i vostri lettori non sanno chi era Arthur Rackam.

8) FINGETEVI APPASSIONATI LETTORI DI FUMETTI

Non dite mai di non leggere altri fumetti, anche se, dopo una giornata di lavoro passata a scrivere o disegnare fumetti, la cosa più naturale del mondo è pensare a tutt’altro, e la semplice vicinanza di un albo a fumetti vi provoca un eczema. Darete fatalmente l’impressione di un vecchiaccio cinico disamorato del proprio lavoro. Ricordate: per i vostri lettori siete sempre “uno dei loro”. Dovete condividere la loro passione. 

giovedì 25 giugno 2015

GUIDA PER L'AUTORE BASTARDO cap. 2

Leggi il primo capitolo della Guida.

4) LISCIATE IL PELO ALL’EDITORE

Non siate mai parchi di lodi nei confronti del vostro editore. Anche se vi paga una miseria e in ritardo, anche se a malapena vi saluta quando lo incrociate negli uffici della casa editrice, anche se vi impone scadenze da catena di montaggio, l’editore è una sorta di benigno Mentore Supremo. Non smettete mai di ringraziarlo per avervi dato fiducia, anche se lo ha fatto obtorto collo, semplicemente perché altri autori interpellati hanno rifiutato quel lavoro, o perché siete il primo che è capitato a tiro al momento di varare un progetto, e lui poi si è pentito di avervelo affidato.

Date il meglio di voi nell’aggettivazione: l’editore è sempre “lungimirante”, “comprensivo”, “propositivo”, e ovviamente “intelligente”. Nei confronti del vostro progetto è chiaramente “entusiasta” e “lo ha sostenuto fin dall’inizio”. Come? “Generosamente”, è ovvio.

Suggerite implicitamente che gli Editori non pensano a guadagnare con i fumetti, ma che fanno quello che fanno per amore dell’Arte.

Lusingare l’editore non serve solo allo scopo di continuare a sfamarvi. Serve anche a far sì che i vostri lettori abbiano fiducia in una autorità sovrana che guida benignamente i nostri destini, e in maniera del tutto disinteressata. Per un curioso paradosso, più i lettori sono atei materialisti nella vita di tutti i giorni, più sono scettici nei confronti dei telegiornali, del governo e dell’autorità in generale, più sono propensi a credere ciecamente negli editori di fumetti.