When the ship comes in fu incisa da Bob Dylan nel 1963 per il suo terzo album, che prende il titolo da una delle sue canzoni più famose - nonché vero e proprio inno generazionale - The Times They Are A-Changin'. Appena due anni dopo, Highway 61 Revisited siglerà la fine definitiva del Dylan folk e engagé, consacrando il giovane Bob come il primo "poeta da juke-box" (definizione di Allen Ginsberg) e consegnandolo a una fama planetaria. Ma nel 1963 Dylan è allo zenith della sua produzione "politica" legata alla musica folk, e When the ship comes in ne è un perfetto esempio: con toni solenni e quasi da profezia biblica, Dylan immagina l’arrivo di una nave che arriverà da un mare in tempesta, infliggerà agli ingiusti il meritato castigo e annuncerà la nascita di un mondo nuovo.
Curioso che una composizione del genere abbia avuto una genesi molto prosaica, che Joan Baez raccontò nella sua autobiografia E una voce per cantare.
Nel 1963 la Baez, appena ventiduenne e già folkstar con un disco d’oro all’attivo, si era portata appresso in tournée Dylan, allora astro emergente, e durante una tappa andò con lui a fissare due stanze in un albergo. Alla reception le dissero che certamente avevano una stanza per lei, ma non per “il suo amico”. Il problema era che Bob, spiega la Baez, “se lo si guardava con occhio artistico, aveva l’aria di un poeta, ma se lo si guardava con occhio poco avvezzo poteva sembrare un vagabondo”. (Anni dopo, lei stessa lo avrebbe chiamato eloquentemente “the unwashed phenomenon” (il fenomeno non lavato), nella sua struggente Diamonds and rust).
Risentita, la cantante puntò i piedi e disse al receptionist che lei non avrebbe alloggiato in quell’hotel, a meno che non avessero trovato una stanza anche per Dylan. E a quel punto una stanza libera saltò fuori. Continua la Baez: “Mi scusai con Bob, che però mi rispose che non gliene importava assolutamente niente. Ma quella sera, alla fine del concerto, aveva già scritto un’intera canzone, When Your (sic) ship comes in. Era risentita, vendicativa, forte e lirica.”
Il brano ebbe una certa fortuna: come altri brani del primo Dylan, fu ripreso dal trio Peter, Paul and Mary, dagli Hollies, da Arlo Guthrie e, successivamente, dai Clancy Brothers e dai Pogues. Ed è di questi ultimi la versione che vi propongo, decisamente molto più “mossa” delle ossequiose cover precedenti.
La traduzione che trovate qua sotto (seguita dal testo originale) è un mio esperimento: ho tentato una traduzione quanto più possibile vicina al testo originale, ma rispettosa della metrica, e quindi cantabile.
LA NAVE STA ARRIVANDO (Bob Dylan)
Sai che l’ora verrà quando il vento cadrà
Oh the time will come up when the winds will stop
And the breeze will cease to be breathin’
Like the stillness in the wind ’fore the hurricane begins
The hour when the ship comes in
And the sands on the shoreline will be shaking
Then the tide will sound and the waves will pound
And the morning will be breaking
And the seagulls they’ll be smiling
And the rocks on the sand will proudly stand
The hour that the ship comes in
Will not be understood as they’re spoken
For the chains of the sea will have busted in the night
And will be buried at the bottom of the ocean
A song will lift as the mainsail shifts
And the boat drifts on to the shoreline
And the sun will respect every face on the deck
The hour that the ship comes in
Then the sands will roll out a carpet of gold
For your weary toes to be a-touchin’
And the ship’s wise men will remind you once again
That the whole wide world is watchin’
Oh the foes will rise with the sleep still in their eyes
And they’ll jerk from their beds and think they’re dreamin’
But they’ll pinch themselves and squeal and know that it’s for real
The hour that the ship comes in
Then they’ll raise their hands sayin’ “We’ll meet all your demands”
But we’ll shout from the bow “Your days are numbered”
And like Pharaoh’s tribe they’ll be drowned in the tide
And like Goliath, they’ll be conquered
written by Bob Dylan
Copyright © 1963, 1964 by Warner Bros. Inc.; renewed 1991, 1992 by Special Rider Music
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