7) TACETE LE VOSTRE FONTI DI ISPIRAZIONE
Occorre prestare particolare attenzione alle domande sulle fonti di ispirazione, soprattutto per gli sceneggiatori. In un mondo in cui le televisioni trasmettono ventiquattro ore su ventiquattro, e film e serie tivù hanno acquisito l’immortalità grazie al supporto magnetico e digitale, la fiction è diventata pane quotidiano dei vostri lettori. E il vostro lavoro, di conseguenza, è molto più difficile rispetto a quello dei vostri colleghi di trent’anni fa; soprattutto se scrivete fumetti seriali. Avete un bell’affannarvi a spiegare che tutto è stato già scritto, che da Shakespeare in poi tutte le trame non possono che ripetersi. Nessun lettore vi crederà mai. Un tempo bastava ammettere candidamente di ispirarsi a trame di film, romanzi, racconti, etc., invitando i lettori a coglierne la citazione. Ora non più. Quindi, non fatelo. Cioè, non ammettetelo. Continuate a fare esattamente quello che facevate prima, avendo l’accortezza di non ispirarvi a film o romanzi molto famosi, e abbiate il buonsenso di tenere la cosa per voi.
Occorre prestare particolare attenzione alle domande sulle fonti di ispirazione, soprattutto per gli sceneggiatori. In un mondo in cui le televisioni trasmettono ventiquattro ore su ventiquattro, e film e serie tivù hanno acquisito l’immortalità grazie al supporto magnetico e digitale, la fiction è diventata pane quotidiano dei vostri lettori. E il vostro lavoro, di conseguenza, è molto più difficile rispetto a quello dei vostri colleghi di trent’anni fa; soprattutto se scrivete fumetti seriali. Avete un bell’affannarvi a spiegare che tutto è stato già scritto, che da Shakespeare in poi tutte le trame non possono che ripetersi. Nessun lettore vi crederà mai. Un tempo bastava ammettere candidamente di ispirarsi a trame di film, romanzi, racconti, etc., invitando i lettori a coglierne la citazione. Ora non più. Quindi, non fatelo. Cioè, non ammettetelo. Continuate a fare esattamente quello che facevate prima, avendo l’accortezza di non ispirarvi a film o romanzi molto famosi, e abbiate il buonsenso di tenere la cosa per voi.
NOTA: Quanto sopra, chiaramente, non vale per i disegnatori. Nessuno troverà niente da ridire se copiate tale e quale un’illustrazione di Arthur Rackam. E del resto, i vostri lettori non sanno chi era Arthur Rackam.
8) FINGETEVI APPASSIONATI LETTORI DI FUMETTI
Non dite mai di non leggere altri fumetti, anche se, dopo una giornata di lavoro passata a scrivere o disegnare fumetti, la cosa più naturale del mondo è pensare a tutt’altro, e la semplice vicinanza di un albo a fumetti vi provoca un eczema. Darete fatalmente l’impressione di un vecchiaccio cinico disamorato del proprio lavoro. Ricordate: per i vostri lettori siete sempre “uno dei loro”. Dovete condividere la loro passione.
Dite che, a distanza di anni, siete sempre un accanito lettore di fumetti. Individuate gli autori che vanno per la maggiore e dite ai lettori che siete un loro fan. Dipingete qualche simpatico quadretto familiare in cui voi siete un simpatico zuzzurellone che accumula pile di comic books sul tavolo del soggiorno, e vostra moglie vi sgrida perché ha appena riordinato; i lettori adorano questo tipo di aneddotica. Le mogli un po’ meno, ma spiegate a vostra moglie che si tratta di lavoro e che, come per Jessica Rabbit, dovete disegnarla così: lo stereotipo della moglie (o fidanzata) rompipalle funziona sempre, e voi vi rivolgete a un pubblico in gran parte maschile.
9) INCENSATE GLI AUTORI STRANIERI
Parlando di fumetti, non esprimete mai giudizi negativi su autori stranieri. Soprattutto, non dite mai che sono sopravvalutati (specie se è vero!). Condividete gli entusiasmi dei vostri lettori fino in fondo. Documentatevi su quali autori sono venuti in Italia di recente, e raccontate con le lacrime agli occhi quanto vi siete emozionato quando avete incontrato il vostro autore preferito. Se effettivamente lo avete incontrato, meglio. Dovrete solo arricchire un po’ il racconto del vostro incontro. Tassativamente vietato rivelare che avete visto il Divo soltanto da lontano; o che era così ubriaco e/o fumato da non capire nemmeno il vostro nome; o che la sua unica preoccupazione era trovare quel ristorantino di Lucca di cui un suo collega gli ha detto mirabilie; o che ha fatto una scenata perché l’hotel in cui era ospite non era di suo gradimento, e il portiere non gli ha dato il numero di una masseuse.
9) INCENSATE GLI AUTORI STRANIERI
Parlando di fumetti, non esprimete mai giudizi negativi su autori stranieri. Soprattutto, non dite mai che sono sopravvalutati (specie se è vero!). Condividete gli entusiasmi dei vostri lettori fino in fondo. Documentatevi su quali autori sono venuti in Italia di recente, e raccontate con le lacrime agli occhi quanto vi siete emozionato quando avete incontrato il vostro autore preferito. Se effettivamente lo avete incontrato, meglio. Dovrete solo arricchire un po’ il racconto del vostro incontro. Tassativamente vietato rivelare che avete visto il Divo soltanto da lontano; o che era così ubriaco e/o fumato da non capire nemmeno il vostro nome; o che la sua unica preoccupazione era trovare quel ristorantino di Lucca di cui un suo collega gli ha detto mirabilie; o che ha fatto una scenata perché l’hotel in cui era ospite non era di suo gradimento, e il portiere non gli ha dato il numero di una masseuse.
Al contrario, inventatevi qualche aneddoto che gli faccia fare bella figura, mettendo in risalto il fatto che è spiritoso, che è un tipo alla mano, etc. Anche se l’autore in questione leggerà sbalordito questi aneddoti inventati, si guarderà bene dallo smentirli. Ricordate: gli autori stranieri sono sempre “disponibili”, “cordiali”, e financo “ricchi di umanità”. Sono divinità benigne che scendono dall’Olimpo e ci onorano della loro presenza. Parlarne male sarebbe come raccontare una barzelletta sul papa durante una missa solemnis.
10) PARLATE BENE DI INTERNET
Molte interviste per i siti web si concludono con la fatidica domanda sul rapporto tra fumetto e Internet. Internet esiste in Italia da circa dieci anni, e non ha ancora avuto nessuna influenza determinante sul fumetto, ma non è educato farlo notare. Dopotutto, la vostra intervista uscirà su un sito web. Immaginate di essere ospite a casa di qualcuno, e di essere chiamato a esprimere un giudizio sulla casa. Osereste dire che è poco luminosa, fredda, e che sentite l’odore della pipì del gatto salire dal tappeto? No di certo.
10) PARLATE BENE DI INTERNET
Molte interviste per i siti web si concludono con la fatidica domanda sul rapporto tra fumetto e Internet. Internet esiste in Italia da circa dieci anni, e non ha ancora avuto nessuna influenza determinante sul fumetto, ma non è educato farlo notare. Dopotutto, la vostra intervista uscirà su un sito web. Immaginate di essere ospite a casa di qualcuno, e di essere chiamato a esprimere un giudizio sulla casa. Osereste dire che è poco luminosa, fredda, e che sentite l’odore della pipì del gatto salire dal tappeto? No di certo.
Perciò, siate gentili: spendete qualche parola di complimenti per il sito, anche se fino a un minuto prima non ne sospettavate nemmeno l’esistenza. Non è necessario navigarlo: dite a occhi chiusi che lo trovate “ricco”, “interessante” e “ben documentato”, tanto nessuno vi chiederà di farne un riassunto. E fate come i politici. Prospettate un futuro luminoso in cui, grazie al web, i fumetti (e i loro autori) prospereranno, e chi realizza siti web sul fumetto sarà pagato per realizzarli. Le promesse a lunga scadenza prima o poi sono dimenticate, e nessuno le smentirà.
CONCLUSIONE
Mi rendo conto che questo manualetto sarà letto anche da molti appassionati di fumetti. Ma se voi autori aspiranti bastardi pensate che ciò possa compromettervi, sbagliate. Non preoccupatevi. Pensate che le vostre dichiarazioni non sono che un prolungamento del vostro lavoro, che è raccontare storie. Se voi rilascerete interviste con questa disposizione d’animo, i lettori le leggeranno con le stesse aspettative che nutrono al momento di aprire uno dei vostri albi: vorranno entrare in un mondo meraviglioso in cui non esiste la fatica, non esistono dubbi, ripensamenti, conflitti, routine, stanchezza, stress. Ricordate: i vostri lettori non vogliono la verità da voi. Vogliono la fiction. Che è, lo dice la parola stessa, finzione, cioè menzogna. Perché deluderli? Prendeteli per mano, dunque, sollevatevi in volo e portateli nell’Isola che non c'è. Ed essi vi ameranno per sempre.
CONCLUSIONE
Mi rendo conto che questo manualetto sarà letto anche da molti appassionati di fumetti. Ma se voi autori aspiranti bastardi pensate che ciò possa compromettervi, sbagliate. Non preoccupatevi. Pensate che le vostre dichiarazioni non sono che un prolungamento del vostro lavoro, che è raccontare storie. Se voi rilascerete interviste con questa disposizione d’animo, i lettori le leggeranno con le stesse aspettative che nutrono al momento di aprire uno dei vostri albi: vorranno entrare in un mondo meraviglioso in cui non esiste la fatica, non esistono dubbi, ripensamenti, conflitti, routine, stanchezza, stress. Ricordate: i vostri lettori non vogliono la verità da voi. Vogliono la fiction. Che è, lo dice la parola stessa, finzione, cioè menzogna. Perché deluderli? Prendeteli per mano, dunque, sollevatevi in volo e portateli nell’Isola che non c'è. Ed essi vi ameranno per sempre.