martedì 9 marzo 2021

IMPROVVISAMENTE, UN UOMO NELLA NOTTE

 

 

Un anno imprecisato nell’Inghilterra vittoriana: i fratellini Miles e Flora hanno perso la mamma. Il patrigno parte per lavoro e li lascia nella sua grande casa in compagnia di un’anziana custode, Missis Grose, e della giovane governante Miss Jessel. Ma Miles e Flora si divertono molto di più col giardiniere, Peter Quint. Quint è un uomo amorale che alterna comportamenti infantili ad altri decisamente perversi, e ha infatti una relazione sadomaso con la piacente Miss Jessel. Quando i ragazzi lo scoprono interpretano la cosa come l’ennesimo gioco proibito, e tentano di riscriverne le regole a modo loro…

Improvvisamente un uomo nella notte (traduzione un po’ goffa di The Nightcomers, 1971) è costruito come premessa – oggi useremmo il termine prequel - al famosissimo romanzo di Henry James, Il Giro di Vite, portato sullo schermo più volte. In questo caso lo sceneggiatore Michael Hastings si diverte a inventare quello che nel romanzo di James rimane tra le righe, cioè la natura della morbosa relazione tra il rude Quint e la borghese miss Jessel.
 
Non sorprende affatto trovare nei panni di Quint Marlon Brando, che alla fine degli anni sessanta inanella una serie di film a dir poco singolari (per non dire bizzarri). Pigro, amorale, perverso, Quint è un personaggio a due facce. Ispira repulsione e fascino nello stesso tempo, sia che costringa la povera miss Jessel a giochi sessuali a base di bondage o che infili il piccolo Miles dentro una sorta di deltaplano rischiando di farlo sfracellare al suolo. E Brando, anche se con un improbabile accento irlandese, rende il personaggio da par suo.


Sorprende invece trovare alla regia il nome Michael Winner, un regista il cui carnet non mostra familiarità con atmosfere letterarie: titoli come Professione assassino e Il giustiziere della notte, entrambi con Charles Bronson, dicono tutto.

La storia ha i suoi momenti forti (il povero rospo seviziato, le scene di sesso sadomaso, ovviamente in termini soft), ma li alterna un po’ goffamente con brevi scenette ironiche (un topo in cucina) e momenti grotteschi (il ritrovamento di un cadavere); cosa che ovviamente non costituirebbe un problema con un regista capace di variare il registro.

Perché di Brando s’è detto, Stephanie Beacham nella parte di miss Jessel fa il suo dovere, e Thora Hird nel ruolo di missis Grose è inappuntabile (l’attrice è scomparsa nel 2003 dopo sessant’anni di carriera, insignita del titolo di Dame). E alla fine se la cavano anche i due giovanissimi intepreti (la cui carriera cinematografica è stata brevissima).


Il problema è che su una sceneggiatura già di per sé priva di finezze Winner piomba a piedi uniti, e  con gli scarponi chiodati. E se è abbastanza accorto da lasciare spazio a Brando per il suo monologo, dirige le scene di dialogo in maniera corriva (spesso chi parla dà le spalle al suo interlocutore, come il cattivo di un film di serie B), sottolinea ogni momento forte senza risparmiare le musiche di Jerry Fielding e abusa dello zoom come se stesse girando un western all’italiana. Ma il peggio è il finale: a vicenda risolta Winner trascina lo spettatore in una serie di dissolvenze incrociate perfettamente inutili, che non fanno che ribadire quanto già visto e già detto.

In sostanza, Improvvisamente un uomo nella notte è una buona idea sviluppata male, ma merita comunque una visione. Vuoi perché il gioco del prequel del romanzo è comunque intrigante; vuoi perché vedere Brando è sempre un piacere, anche e soprattutto nella versione italiana, con la bellissima voce di Giuseppe Rinaldi; vuoi perché il film risulta “forte” oggi ancora più di ieri, con le sue atmosfere torbide, tensioni incestuose, adolescenti trascinati in giochi proibiti. Non stupisce che The Nightcomers abbia circolato poco o niente sulle reti generaliste. Finora è stato ignorato anche dallo streaming, e attualmente è reperibile solo in DVD.




Qui la sequenza di apertura del film, con i titoli di testa.

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